"Tanti anni sono passati, ma il mio ricordo è vivido, come fosse stato ieri, perché lo considero uno dei più bei casi di apertura di un ristorante".
Se anche voi volete aprire un ristorante, leggete il mio servizio Consulenza apertura ristoranti o scrivetemi su
Ai tempi in cui ero docente della Scuola di cucina professionale maisazi (che purtroppo ormai è chiusa), un allievo si iscrive a vari corsi dicendomi di dover aprire un ristorante in Tanzania. Si iscrive al corso per cuochi, al corso per chef e ad altri corsi corollari.
Ad un certo punto dei corsi, mi coinvolge nel suo progetto in qualità di executive chef. Ci accordiamo in fretta ed iniziamo.
Per curiosità vostra, si tratta del ristorante per gli allievi ed i docenti dell’università di Iringa, una città dell’entroterra tanzano, di 150 mila abitanti circa. L’università è il RUCU, Ruaha Catholic University, che all’epoca aveva circa 10 mila allievi.
Passano parecchi mesi, in cui facciamo un po’ di tutto.
Progettiamo la cucina sulla base delle piantine che lui ha disponibili, ovviamente tenendo conto delle persone che costituiranno la brigata, delle esigenze dei menu tipo della zona, del potere di acquisto degli allievi (parzialmente sovvenzionati dall’università), ecc.
Scegliamo le attrezzature, la scelta cade sulla Zanussi/Electrolux, una delle aziende leader per l'HO.RE.CA italiana. Preventivi, ordini, le solite trafile, andiamo anche a visitare la sede principale di Pordenone, dove restiamo un giorno intero con gli chef dell’azienda per vedere le macchine all’opera, principalmente i forni e le brasiere (che noi in gergo chiamiamo "pentoloni").
Ad Iringa intanto si fanno i lavori per approntare i locali della cucina. Gas con batteria di bombole esterne, in zona di sicurezza, nuovi impianti elettrici ed idraulici, piastrellatura dei muri, ecc.
La macchine vengono spedite tramite container ad Iringa e messe in opera. Nella foto vedete proprio il container, fermo in un parco dell'università ad attendere che noi arrivassimo ed aprissimo. C’è di tutto, abbattitore dieci placche compreso, macchina pelapatate e persino una "polentatrice", oltre ai numerosi robot usuali per tagliare, affettare, ecc.
La cucina è suddivisa razionalmente in tre zone, quella centrale, enorme, per le preparazioni e cotture, la zona lavaggio e la zona refrigerazione. Ci sono poi gli spogliatoi per i dipendenti, la dispensa, bagni e altri locali ad uso vario.
Nella foto vedete proprio la parte centrale della cucina, mentre i lavori sono ancora in corso, facevano tutto gli altri, io avevo tempo di scattare.
Le macchine vengono messe in posa, disimballate, gli si toglie il solito laser-film (lavoro odioso), messe in opera e collaudate, con qualche problema con le due grandi brasiere (pentoloni ad intercapedine) ed il gas, poi comunque risolti.
Io do ordini a destra e a sinistra, ovviamente non lavoro, fanno tutto gli altri!
Scherzi a parte, nel frattempo io provvedo alla formazione della brigata di cucina composta da 15 persone locali. Il corso è in inglese, c’è un traduttore inglese/swahili per alcuni che non sanno bene l’inglese. Nella foto vedete l'aula in cui tutti si stette assieme per queste ore.
Tra queste persone alcune sono già cuochi o aiuto-cuoco, altri sono commis e lavapiatti. Il programma è ovviamente molto pratico e centrato sull'uso delle macchine, con continue passeggiate in cucina a verificare ciò che ogni giorno spiego direttamente sull'attrezzatura.
Ok, al di là del fatto che io abbia imparato qualche frase di swahili, cosa bella di per sé, posso dire che questo è stato uno dei corsi più belli della mia vita (e ne ho tenuti migliaia).
Io ed il titolare del ristorante, Alberto, siamo alloggiati in una casa della diocesi, conosciamo (principalmente lui) gente in tutti gli ambienti della città, ci scambiamo cortesie e visite con molti, abbiamo una nostra cuoca personale che ci fa conoscere la cucina di Iringa e qualcosa di quella Masai.
Nel tempo libero facciamo molte visite nei dintorni, Alberto va e viene dalla Tanzania da quasi 30 anni, la conosce come le sue tasche, quindi non perde occasione per mostrarmi e spiegarmi le bellezze. Visitiamo ristoranti, scuole, ospedali.
Durante un week-end riusciamo a trovare il tempo per andare a visitare un bellissimo parco riserva naturale, il Ruaha National Park, di cui vi metto una sola foto, aggiungendo che secondo la guida io ero una persona molto fortunata, perché per la prima volta da quando faceva quel mestiere, in un solo giro eravamo riusciti a vedere tutti gli animali presenti, compresi quelli difficilissimi da fotografare in esterno.
Comunque, torniamo al lavoro ed al nostro progetto di avviamento del ristorante.
Io sono specializzato in aperture di ristoranti, non mi fermo mai come chef residente, quindi dopo qualche tempo rientro e Alberto prosegue per conto proprio con l’assistenza di un manager.
Il locale inizia facendo circa 300 coperti giornalieri (con un solo servizio a mezzogiorno) e arriva velocemente a 800 coperti al giorno (questo è il dato dell’ultima volta che li ho sentiti).
La mia soddisfazione è sapere che ad oggi, a distanza di anni, il ristorante è pienamente operativo, ovviamente ci sono stati cambiamenti, ci sono altre persone, ma gli allievi ed i docenti continuano a mangiare lì.
Per me non si è trattato solo di lavoro, solo di un caso di avviamento di ristoranti, per me è stata una vera e propria esperienza di vita, che mi ha profondamente cambiato e di cui avrò le code per tutta la mia permanenza qui sulla Terra.
Grazie ai tanti progetti avviati nella ristorazione, ho avuto modo di definire quali siano le necessità medie di chi avvia un ristorante e proprio per questo, ho predisposto un pacchetto di Consulenza per l'avviamento di un ristorante, a prezzo agevolato. Se anche voi avete il sogno di aprire un ristorante, leggete la pagina che vi ho indicato.
Se invece volete acquisire la capacità di gestire progetti di questo tipo, potete seguire il Corso per Restaurant Manager o in alternativa il Corso per aspirante Executive Chef, in base al fatto che vi sentiate più vicini alla sala o alla cucina.
Modi: